Sempre più spesso sentiamo parlare del personal branding, ma non tutti ne hanno ancora compreso appieno l’importanza.
Cos’è il personal branding?
Nella nostra società Google è alla stregua di un braccio destro: per ogni informazione che non conosciamo ci rivolgiamo al motore di ricerca per curare l’ignoranza.
Vi è mai capitato di conoscere qualcuno e dopo 10 minuti andarlo a “googlare”? Immagino di sì!
Le informazioni che avete trovato rispecchiavano la realtà?
Ma soprattutto: voi vi siete mai “googlati”? Cosa viene fuori? Cosa racconta di voi la SERP?
Inizio sempre le mie lezioni sul personal branding facendo questo tipo di domande e lasciando che la classe si cerchi su Google e si cerchi anche sui social network: quali informazioni personali si evincono?
Con grandissimo stupore molte persone non l’hanno mai fatto, ma con altrettanta preoccupazione molti scoprono di aver condiviso dei contenuti pubblici sui loro social senza esserne pienamente CONSAPEVOLI.
Il personal branding in sintesi è ciò che si dice di noi online, la nostra reputazione online.
Per molti: se non ci sei, non esisti.
L’importanza del personal branding nel mondo del lavoro
Mi sono occupata di ricerca e selezione del personale per circa 10 anni.
Dovrei dire che non ho mai cercato una persona su Google o su Facebook? Sarebbe una bugia.
Si fa, lo fanno in tanti.
Assumereste mai una persona se trovaste sulla sua pagina Facebook foto che la ritraggono sdraiata su un marciapiede ubriaca fradicia?
Affidereste mai un ruolo di alta responsabilità a qualcuno che posta foto e immagini distante anni luce dai valori e dalla mission della vostra azienda?
La risposta è probabilmente NO.
Siamo in Italia, questo voglio sempre sottolinearlo. Concedetemi qualche riga di polemica e poi giuro che non ne parlo più. Le richieste di molte aziende riguardano anche l’aspetto fisico e i curricula sprovvisti di foto da molti non sono presi in considerazione.
In Inghilterra invece spesso (per esempio) NON è necessaria la data di nascita nè le foto nel curriculum perché non sono interessati alla vostra faccia, al colore dei capelli o ad eventuali piercings, ma solo alle vostre competenze, alle vostre skills. Fine polemica.
Ora, prima che si apra un dibattito sulla privacy e la libertà di ogni individuo di fare ciò che vuole nel proprio tempo libero e coltivare parallelamente passioni e culti che hanno poco legame con i propri boss, fermiamoci a ragionare sulle impostazioni dei social e sulla sacrosanta libertà.
Mark Zuckerberg, per esempio su Facebook, ci dà la possibilità di SCEGLIERE con chi condividere i nostri posti grazie alle “liste” di amici.
Potete scegliere di condividere ciò che volete, ricordatevi solo di renderlo visibile solo agli amici o alle liste predefinite (conoscenti, con restrizioni, ecc.) o a quelle personalizzate create da voi.
Con un semplice “VISUALIZZA COME” (ci si accede da pc, dal vostro profilo cliccando sui tre puntini in basso a destra dell’immagine di copertina) avete la possibilità di vedere cosa avete di pubblico sulla bacheca di Facebook e se c’è qualcosa che non volete sia visibile, vi basterà andare a cambiare le impostazioni della privacy per quel post o quella foto.
Personal branding: da dove partire?
Linkedin è un ottimo strumento di personal branding.
Nel mio piccolo cerco sempre di fare cultura e smistare l’attenzione in ambito professionale su Linkedin. Mi piacerebbe espandere questa mentalità perché credo che ogni social network abbia il suo linguaggio, le sue caratteristiche e la sua ragione di esistere.
Linkedin è il “luogo primario” in cui dovete raccontare la vostra professionalità, ma su Facebook ed Instagram potete continuare a deliziarci con i vostri pranzetti, i viaggi, le sessioni di workout, le serate con gli amici e tutto il resto.
Personalmente nutro una sorta di fastidio quando un fornitore/cliente fa richiesta di amicizia su Facebook, è come se “volesse entrare nella mia vita privata”, spiare nel buco della serratura, quindi vi sconsiglio di farlo, a meno che non si instauri nel tempo un legame relazionale che va oltre il lavoro. Farlo su Linkedin è il posto giusto, perché è il social network dedicato al lavoro.