Il galateo dei social Network e le relazioni di cuore
Prima di iniziare a scrivere questo articolo mi chiedo quanti caratteri abbia a disposizione un articolo di WordPress, quindi non abbiate fretta di leggere perché la questione è davvero seria.
Sono nata nella primavera dell’ 83 e ho vissuto molte fasi della comunicazione, iniziando con lettera e francobollo.
Poi l’evoluzione è stata questa:
- Telefonate urbane
- Telefonate interurbane (avevano un costo)
- Cellulari: squilli = ti penso
- Cellulari: SMS (avevano un costo)
- Cellulari: telefonate (i costi si erano abbassati)
- Smartphone.
- Social network.
Eccoci qua.
Le relazioni, le visualizzazioni e la fretta
Circa quattro anni fa un collega del Master in Social Media Marketing (se mi leggi sai che sei tu!) raccontandoci la fine di una burrascosa storia d’ amore, concluse dicendo:
“Non le ho mai dato la soddisfazione della SPUNTA BLU” (riferendosi alla notifica di lettura di WhatsApp).
Combattiamo guerre silenziose a colpi visualizzati e non risposti, di disattivazione di notifiche di lettura (dove possibile) e di non visualizzati. Welcome to 2020.
Quanto spesso ci capita di chiedere (o che ci chiedano) a che ora abbiamo inviato un messaggio, se è stato visualizzato dall’interlocutore e magari ipotizzare innumerevoli motivi per cui non abbia risposto? #ansia
Quanto spesso ci capita su Instagram di cliccare quel cuore della conversazione per far sapere che “ci piace” quello che ci è stato scritto, ma che valore ha? #vacuità
Quanto spesso ci capita di ricevere reactions a ciò che scriviamo o alle foto che postiamo, senza commento né pubblico né privato, ma che valore ha? #banalità
Quanto spesso sentiamo dire: “Visualizza sempre le mie Stories ma non mi scrive mai”: ma se volete una reazione da una persona perché non la contattate direttamente? #follia
Non voglio farmi paladina di una rivoluzione (mi piacerebbe troppo in realtà, ma resto umile) ma fermiamoci un attimo. In che direzione stiamo andando?
Non tutti siamo capaci di trasmettere emozioni con la scrittura.
Non siamo capaci di trasmettere il TONO dei nostri messaggi scritti, soprattutto in chat, utilizzata spesso mentre stiamo facendo altre 30 cose o impegnati con altre persone.
È difficile percepire il TONO su WhatsApp. Vi è mai capitato di litigare perché il tono non era chiaro? Immagino di sì, a chi non capita!
Quindi se con le parole scritte RISCHIAMO di non capirci, come possiamo LONTANAMENTE pensare che Like/Reactions lo facciano al posto nostro?
Comunicare è necessario come respirare: prendiamocene cura.
È difficile percepire se quel clic messo sul cuore in direct di Instagram sia accompagnato da un sorriso o sia stato cliccato freneticamente mentre si sta intanto facendo la spesa al supermercato.
La bellezza della dedizione SINGOLA ad un interlocutore UNICO è spesso messa in un angolo, piena di polvere.
Abbiamo ancora la possibilità di utilizzare il telefono per PARLARE: facciamolo!
Abbiamo ancora la possibilità di commentare una foto o un post in privato: facciamolo!
Abbiamo ancora la necessità di trasmettere le nostre emozioni e abbiamo tantissimi strumenti per farlo: utilizziamoli!
Gli strumenti sono un SUPPORTO, ma il messaggio DEVE essere elaborato.
(dai poteva andare peggio, sono rimasta entro le 500 parole)